#Paulloricorda 16 aprile 2020, muore Luis Sepùlveda

Ultima modifica 8 marzo 2024

“E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare”

(Luis Sepùlveda)

 

Questa mattina a Oviedo, stroncato dall’ignobile COVID-19, se n’è andato – per sempre, all’età di 70 anni – Luis Sepùlveda.

Scrittore formidabile, era nato in Cile, il 4 ottobre del 1949. Lasciò il suo Paese, al culmine della dittatura di Augusto Pinochet e da qui iniziò il percorso, come esule politico.

Fu un fervido ecologista, viaggiatore, guerrigliero, ma soprattutto fu uno scrittore.

Nella sua vita ha viaggiato a lungo in tutta l’America Latina, ma anche in altre parti del mondo. Spesso seguì, nelle proprie missioni “ecologiste”, gli equipaggi di Greenpeace, in prima linea nelle loro azioni.

Figure fondamentali nella sua vita e che gli trasmisero l’amore per la scrittura e la letteratura furono il nonno paterno – Gerardo Sepulveda Tapia – e lo zio Pepe, entrambi anarchici.

Il suo esordio come scrittore avvenne con l’opera Il vecchio che leggeva nel quale racconta – ripercorrendone le sfumature – i sette mesi trascorsi nella Foresta Amazzonica in compagnia degli indios Shuar.

Ha vissuto in molti paesi diversi. Tutto ciò diede – e darà per sempre parlando di lui –un’impronta multiculturale alla sua figura. Città come Amburgo e Parigi, infatti, sono parte integrante della sua esistenza.

Fervente sostenitore della democrazia, entrò a far parte – come membro del partito socialista – della guardia personale di Salvador Allende (Presidente socialista del Cile dal novembre 1970 al settembre 1973). Nel 1973, con il colpo di stato che portò all’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, venne arrestato e torturato. Grazie al’intervento di Amnesty International viene liberato (con la pena però dell’esilio per 8 anni).

Tra il 1977 e il 1978 viaggiò molto per il Sud America: in Brasile, Ecuador, Uruguay e Paraguay. Nei suoi sette mesi insieme agli indios Shuar, comprese l’importanza della natura e della difesa dell’ambiente, attraverso le abitudini e i ritmi di vita degli indigeni, improntati al profondo rispetto per il creato.

Tra le sue opere più importanti, ricordiamo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Il potere dei sogni.

La Città di Paullo ne ricorda la figura, elogiandone e rammentandone le azioni in sostegno della democrazia, contro uno dei più orrendi regimi dittatoriali del ventesimo secolo.

#Paulloricorda 16 aprile 2020, muore Luis Sepùlveda


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